L'Ecuador passeggia sulle macerie del Qatar: inetti i padroni di casa, Valencia nella storia del suo Paese. E scoppia la polemica in tribuna!

20.11.2022 23:24 di  Andrea Pontone  Twitter:    vedi letture
L'Ecuador passeggia sulle macerie del Qatar: inetti i padroni di casa, Valencia nella storia del suo Paese. E scoppia la polemica in tribuna!
© foto di Ansa

Era discreta l'attesa per l'incontro calcistico tra Qatar ed Ecuador, partita inaugurale del Mondiale di calcio 2022. La squadra padrona di casa, dal canto suo, immaginava il suo ingresso in una ribalta così luccicante da almeno una dozzina di anni, quando prese piede la serissima iniziativa di far entrare il Paese mediorientale nel calcio che conta: nell'ultima decade, tra potenziamento delle scuole calcio e naturalizzazione di molteplici oriundi, gli investimenti qatarioti sul più grande business sportivo dell'Occidente è stato milionario. Atroce il destino, per la potenza petrolifera, che al debutto nella Coppa del mondo ha l'obbligo di vincere dinnanzi alla squadra più abbordabile del Girone A: l'Ecuador non ha la nomea internazionale - né il valore tecnico - dell'Olanda, e l'organico dei sudamericani è inferiore a quello del Senegal, vincitore in carica della Coppa d'Africa. I tre punti sono un dovere, qualora l'obiettivo sia la qualificazione alla fase finale del torneo (soltanto le prime due classificate vanno avanti). L'esordio si traduce, invece, in un'autentica disfatta. Fin dai primi minuti di gioco è evidente l'impietosa discrepanza di valori tecnici fra le due compagini. Ordinato, l'Ecuador, che per qualificarsi al Mondiale ha scalzato le blasonate Colombia e Cile. Al terzo minuto di gioco i calciatori in maglia gialla sono già in vantaggio con la rete di Enner Valencia, complice un'uscita a vuoto del portiere avversario Saad Al Sheeb, ma l'arbitro italiano Orsato (primo fischietto tricolore a inaugurare un campionato del mondo) annulla, dopo un consulto con il Var. Il presunto fuorigioco, in diretta, non era stato notato dall'opinione pubblica internazionale, già pronta a storcere il naso sullo stereotipo secondo cui il Paese ospitante sarebbe favorito dalla classe arbitrale: il replay tecnologico, del resto, non lascia scampo a supposizioni. Si prosegue sullo 0-0, con gol annullato per fuorigioco netto, ma gli uomini con la casacca color rosso porpora non riescono proprio a imbastire alcuna azione con il pallone fra i piedi. Palleggia discretamente, invece, l'Ecuador, che a margine di un'azione ben elaborata manda in porta il suo capitano e centravanti Enner Valencia (complice un'evidente e impressionante apertura a cerniera della difesa qatariota): la prima gara di questo Mondiale registra il piacevole ritorno di un attaccante che prova a scartare il portiere, con quest'ultimo che ingenuamente lo stende. Ammonizione e calcio di rigore sacrosanto, trasformato da Valencia che in questo modo si riconquista la gioia di poter dire ai nipoti che nella Coppa del Mondo edizione 2022, lui ha segnato una rete con la maglia dell'Ecuador. Il gioco prosegue. Il Qatar non cambia spartito: 5-3-2 mal organizzato con tutti i ragazzi dietro la linea della palla; questo in fase difensiva, mentre con il possesso della palla scarseggiano notevolmente i movimenti smarcanti dei ricevitori. Reparti troppo slegati, attaccanti fermi, centrocampisti timidi e difensori incapaci di giostrare il pallone. Quasi dei dilettanti allo sbaraglio, quantomeno per chi li osserva per la prima volta giocare. La tifoseria locale ha già capito l'andazzo: esulta dopo una minaccia sventata in seguito a un calcio d'angolo avversario. Non tarda ad arrivare il raddoppio sudamericano: il solito Valencia beneficia di un cross ben disegnato e incorna di testa sul palo opposto rispetto a quello dove aveva mirato dal dischetto, diventando il calciatore ecuadoriano più prolifico nella storia dei Mondiali. La partita, in quel momento, finisce. Potrebbe, la formazione sudamericana, forzare la mano, ma non ne ha voglia. Due vani tentativi del Qatar (uno per tempo: Ali di testa nella prima frazione, Muntari con il collo destro nella ripresa) non bastano alla squadra mediorientale per evitare la gravissima insufficienza nel giudizio della sua orrenda prestazione. L'Ecuador, giunto a quota tre punti in classifica, adesso sogna di fare lo sgambetto a una delle due big (Senegal e Olanda, che si sfideranno domani alle 17:00 ora italiana). In bilico l'affidabilità fisica dell'uomo-partita Valencia, uscito malconcio per un duro colpo subìto al ginocchio: avrebbe potuto preservare meglio la sua salute, l'attaccante ecuadoriano, che solo alla terza interruzione di gioco da lui causata per ricadute è stato costretto ad alzare bandiera bianca, chiedendo la sostituzione. Inoperante, per tutti i cento minuti di gioco (cinque giri di lancette in più per tempo, complice il gioco spezzettato per un susseguirsi snervante di interventi fallosi) il portiere dell'Ecuador, al posto del quale - nella serata di Al Khor - avrebbe potuto essere il primo passante che si trova per strada. Anzi, verrebbe quasi da dire: avrebbe potuto esservi, persino, il portiere del Qatar. Alcune proteste in tribuna centrale, con un sostenitore ecuadoriano che simula il gesto del denaro all'indirizzo di taluni sceicchi qatarioti: tabloid britannici ipotizzarono la scorsa settimana presunti brogli nei riguardi degli arbitri o corruzione verso i calciatori avversari. La fotografia del nervoso debutto di un Mondiale discusso. Nel 2010 la Coppa del Mondo in Sudafrica fu una festa dei diritti umani, con Nelson Mandela entusiasta. Tra l'edizione 2018 (ospiti di Putin...) e quella del 2022, i passi indietro sono stati notevoli.

Un'appendice che fa sorridere: la favola dei Mondiali di calcio non ha, minimamente, risentito della pandemia Covid-19. L'Al-Khor Stadium era infatti, per la cerimonia inaugurale, totalmente gremito, al pari del Luzhniki che ospitò la finale quattro anni or sono.