Fabio Lucioni a "Bordocampo Serie B": " Questo gruppo merita di raggiungere dei risultati straordinari per il lavoro e la passione che ci mettono quotidianamente"

07.02.2023 10:15 di  Francesco Cenci   vedi letture
Fabio Lucioni
Fabio Lucioni
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ll capitano del Frosinone, Fabio Lucioni, tra i veterani del gruppo ciociaro che sta fin qui dominando il campionato cadetto ed autore di 1 gol in stagione, è stato ospite della trasmissione 'Bordocampo Serie B', andata in onda sull'emittente Teleuniverso. Queste le dichiarazioni del numero 5 ciociaro.

In questo momento, secondo te, dopo la splendida vittoria di Como qual è il vero punto di forza di questo Frosinone?

“Credo che il segreto di questo Frosinone stia nella mentalità. Dal primo giorno che sono arrivato a Frosinone ho sempre cercato di mettere il lavoro al primo posto, questo non riguardava solo me, ma toccava anche tutto lo staff ed i componenti che permettono alla squadra di esprimersi, non mi riferisco soltanto all’allenatore, ma anche a tutti quelli che lavorano intorno a noi e ci permettono di pensare soltanto a scendere in campo e giocare. Questa mentalità di squadra viene trasmessa in primis dal Presidente fino a scendere a tutte le componenti della Società, per arrivare anche alle persone che non si vedono fisicamente ma che dietro le quinte svolgono un grande lavoro. Senza tutte queste figure, noi calciatori saremmo ben poco. E’ merito anche loro se questa squadra si sta esprimendo in questo modo. Abbiamo sia le qualità tecniche, ma soprattutto la spensieratezza di non dover pensare a nulla ma solo a quello che ci chiede l’allenatore. Cerchiamo di riprodurre quanto facciamo settimanalmente poi sul campo, quando ci sono in palio i tre punti”.

Ti aspettavi di trovarti così in alto in classifica a questo punto della stagione?

“Ci speravo. Lasciare, dopo aver vinto un campionato, una città ed un tifo come Lecce e trovare una tifoseria come quella di Frosinone così attaccata alla squadra e respirare la voglia di calcio che la città di Frosinone ha, sono alcuni dei motivi per i quali speravo accadesse questo. Arrivare a questo momento della stagione con questo distacco, con un distacco dalle altre che ci consente di essere un po' più ‘tranquilli’, forse non me lo sarei aspettato. Speravo però di stare lì sopra o comunque nelle primissime posizioni della classifica”.

Cosa vi siete detti dopo la gara di Como e come si gestisce l’entusiasmo soprattutto dei giovani della rosa dopo questo filotto di vittorie?

“Ho sempre detto che i giovani devono essere una risorsa per la squadra. La loro freschezza fisica e mentale, deve consentire a noi più ‘anzianotti’ di farli stare sempre con la giusta euforia e poter lavorare nella maniera più serena possibile. Tutto questo non significa lasciare qualcosa di intentato ma dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo, curando i dettagli. Questo è un gruppo che lavora con la giusta voglia dal Lunedì alla Domenica e anche nel giorno di recupero nella sua totalità. Sta a noi poi, mantenere sempre la concentrazione alta. Dopo la partita di Como noi tutti: dal Direttore Angelozzi, passando per i giocatori più ‘anziani’, ci siamo detti da subito che Sabato prossimo ci sarà un’altra finale, contro il Cittadella, da affrontare”.

Ti senti una guida anche a livello umano per i più giovani in squadra, oltre che esserlo in quello tecnico Senti il peso di questa responsabilità, come ti sollevi da questo onere?

“Non ne sento il peso. Ho il piacere ad esserlo, perché questo compito ti mette sulle spalle tutta l’esperienza accumulata nel corso degli anni, cercando di metterla a disposizione del gruppo. Il compito quest’anno, in questa squadra è abbastanza facile svolgerlo. Oltre ad essere un gruppo giovane che lavora bene quotidianamente, ci sono in rosa altrettanti giocatori esperti che mi danno una mano, ed in questo modo il mio compito è semplificato. Quando poi tutti i componenti della squadra hanno ben chiara in testa la strada da percorrere, tutto viene più semplice. Quando si tratta di dover ‘tirare le orecchie’ e rimettere in carreggiata qualcuna, lo si fa cercando di far capire gli errori commessi, provando a trovare una soluzione comune”.

Che impressioni hai di mister Grosso: cosa può dirci di Fabio Grosso da allenatore?

“E’ un allenatore con le idee molto chiare. E’ un mister moderno, a cui piace giocare la palla e verticalizzare quando ci sono spazi per farlo. A mister Grosso piace molto dialogare con il gruppo e lo fa molto bene, sia con i ragazzi più grandi che con i giovani. Credo che per far crescere un gruppo, saper dialogare è un aspetto molto importante”.

Dopo la carriera dal calciatore, ti ritroveresti meglio a svolgere il ruolo di allenatore o quello del Direttore Sportivo?

“Ho sempre detto che mi piacerebbe il ruolo di Direttore Sportivo, per il fatto che l’allenatore deve forse rendere conto a troppe persone, soprattutto quando una squadra attraversa dei momenti bui. Fare l’allenatore, l’ho detto anche a mister Grosso un po' di tempo, penso che sia il mestiere più difficile nel calcio, perché si ha a che fare con tante componenti e devo dire che non mi ci rispecchio molto”.

Quali sono le squadre che ti hanno sorpreso e deluso in questo scorcio di campionato?

“Credo che il cammino che ha fin qui svolto il SudTirol risalta subito in positivo agli occhi. Una squadra neopromossa, che era inizialmente partita con l’ambizione di salvarsi, ma se poi si osservano i nomi che compongono la rosa della squadra di Bolzano, non c’è più di tanto da stupirsi se hanno questa classifica e stanno ottenendo risultati positivi. Sarebbe riduttivo parlare di squadre che stanno facendo più o meno bene finora. Sicuramente può saltare all’occhio il cammino iniziale di un Cagliari che inizialmente si è trovato in difficoltà, ma credo che alla lunga i valori della squadra vengano fuori. I sardi hanno dei giocatori importanti e forti, di categoria superiore e si tireranno sicuramente fuori da questa situazione un po' difficile che si sono creati. Se devo nominare una Società che non mi aspettavo facesse molto meno di quello che avrebbe potuto fare, questa è il Benevento. I campani erano partiti sicuramente con degli obiettivi e pronostici differenti da quelli attuali, ed invece ora si sta trovando impelagata in una situazione di classifica molto difficile.  Ma credo che con lo scossone che il Presidente Vigorito ha voluto dare, conoscendo l’ambiente si ricompatteranno tutti e riusciranno sicuramente a tirar fuori la testa dalle sabbie mobili”.

Se definiamo la gara di Palermo un esame di maturità per il Frosinone e quella col Cittadella una partita da prendere con ‘i guanti’, si esagera secondo te?

“Io penso che si possa iniziare a tirare qualche somma sul nostro campionato nella partita infrasettimanale con la Spal ma prima dobbiamo affrontare ogni partita come se giocassimo delle finali. Poi alla sosta ci fermeremo e capiremo dove saremo e capiremo che cosa avremo fatto. Il Cittadella è sempre stato un avversario ostico, e non solo per il Frosinone. Anche per me, ogni volta che lo ho affrontato da avversario, mi sono sempre fatto del male. Tengo particolarmente a questa partita perché il gruppo merita di raggiungere dei risultati straordinari per il lavoro e la passione che si mettono quotidianamente. Chiunque ha giocato fino ad oggi ha espresso tutte le caratteristiche di un gruppo che è importante e speciale. Faccio i complimenti a chi ha giocato di meno, che è stato importante tanto quanto chi lo ha fatto finora maggiormente, perché ha permesso all’allenatore di poter fare degli allenamenti intensi e poter alzare il livello. Questa è la base per poter raggiungere dei risultati importanti”.

Hai ancora un sogno da poter realizzare come calciatore?

“Si. Se devo dirla tutta, la Serie A non posso dire che mi manchi perché l’ho giocata poco e forse anche male. Però sicuramente avrei avuto più voglia di confrontarmi con quel campionato. Se mi manca qualcosa è questo aspetto qui”.