Il Magazine del Frosinone: "Quanti pesi, misure e colori dentro l'area di rigore"

I giallazzurri possono recriminare per il 2-2 al 'Maradona'. E pagano ancora dazio per le 'interpretazioni' sui penalty da ripetere o meno. Ma anche in maniera indiretta su tocchi di mano e gol annullati
16.04.2024 17:30 di  Tuttofrosinone Redazione  Twitter:    vedi letture
Fonte: Magazine Frosinone Calcio /Lanzi
Il Magazine del Frosinone: "Quanti pesi, misure e colori dentro l'area di rigore"
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DAL SITO UFFICIALE DEL FROSINONE CALCIO:

L'autorevole prestazione porta in dote il terzo punto pesante nelle ultime tre partite. Funzionano gli accorgimenti di Di Francesco. Ma l'incredibile doppia rimonta del Verona impone di piazzare una 'bomba da tre' come nel basket

La questione è stata sollevata dal sito tuttofrosinone.com. Corretto riprenderla citandone la fonte. Partiamo da un assunto che spesso dimentichiamo: ai tifosi di tutte le latitudini piacciono le cose semplici perché il calcio, per rimanere lo sport più amato, deve tornare ad essere fruibile dalla gente. Comprensibile. Non servono formule matematiche, calcoli scientifici o di ingegneria astrofisica e proiezioni trigonometriche per determinare un risultato di una partita. Non servono ‘interpretazioni’ nella maniera più assoluta, vorrebbe dire che abbiamo perso tempo introducendo la tecnologia. Non serve far ascoltare gli audio tra arbitro e Var se poi la gente non riesce a comprendere qual è la direzione giusta. Sì, il Var, la famosa moviola in campo invocata ‘ante litteram’ dal giornalista-opinionista Aldo Biscardi nel famoso ‘Processo del Lunedi’ seguito da milioni di italiani. Il Var che avrebbe dovuto sgombrare il campo proprio dalle interpretazioni. E allora – fermo restando che va tenuta solida la massima buonafede di tutti gli attori – restano da capire 3-4 concetti al massimo, una volta per tutte: quando il tocco di mano ‘incide’ sullo svolgimento dell’azione, quando è davvero calcio di rigore (ormai non più “quando arbitro fischia” dei tempi di Boskov) e quando il calcio di rigore deve essere ripetuto. E visto che ci siamo, anche quando è corretto annullare una rete, senza andare fuori protocollo.

TU CHIAMALE SE VUOI INTERPRETAZIONI – Andiamo per ordine: 30’ del primo di Napoli-Frosinone, il signor Fabbri di Ravenna concede un calcio di rigore (netto) al Frosinone per tocco sulle gambe di Cheddira a due passi da Meret. Sul dischetto va il giallazzurro Soulé, al momento dell’impatto sul pallone in area di rigore ci sono ben 5 giocatori in maglia azzurra: Mario Rui, Ostigard, Zielinski e Politano alla sua destra e Rrhamani alla sua sinistra. Mezza squadra del Napoli. Rrhamani e Zielinski con i piedi sulla linea, quindi in area di rigore, gli altri tutti dentro. Meret para alla propria destra, rigore da ripetere. Fabbri non assistito dalla tecnologia e nemmeno dal suo stesso fiuto di direttore di gara di grande esperienza. Il Frosinone non reclama né durante e né dopo, con grande signorilità. Il ‘frame’ passa sugli schermi di Lissone insalutato ospite in un pomeriggio nel quale si era dato già tutto per scontato. Il Napoli continua a godersi il provvisorio vantaggio in una partita che alla fine il Frosinone agguanterà sul pari ma che lascia tanto amaro in bocca alla squadra di Di Francesco e non solo per l’epilogo di quel rigore. Riavvolgiamo il nastro di qualche giornata, ancora su un calcio di rigore. Stavolta beneficiarne è il Lecce nella gara del ‘Benito Stirpe-Psc Arena, giornata numero 27’. È il 15’ della ripresa, quando il signor Guida di Torre Annunziata concede un rigore (netto) per tocco di Cerofolini sulle gambe di Hrstovic. Va sul dischetto Rafia, Cerofolini para alla sua destra (come Meret…), il Var cinguetta perché il giallazzurro Valeri, che aveva spazzato la respinta del portiere, aveva varcato la linea bianca prima di tiro dell’ex pescarese e così Guida fa ripetere. Stavolta è Hrstovic, che si era procurato il penalty, a non sbagliare. Conti alla mano il Frosinone ci rimette 2 punti, il Lecce ne guadagna uno. E oggi pesano in classifica. Il Frosinone non reclama, solo mister Di Francesco a fine gara si lascia andare ad un commento sempre molto signorile e in linea con il dettame del Club: “… E non condivido il calcio di rigore fatto ripetere perché il giocatore che va a prendere la palla non va ad influire su nessun altro anche se poi qualcuno è entrato prima in area. Il regolamento andrebbe rivalutato con il buonsenso sennò diventa tutto impossibile”. Nella giornata numero 32, quella appena giocata, non sono passati inosservati anche altri 2 casi. Lecce-Empoli, gol di Cerri a 4’ e 30” di recupero del primo tempo poi il dubbio che dall’altra parte il portiere dell’Empoli, Caprile, abbia fatto partire l’azione prendendo il pallone fuori dall’area di rigore. Morale della favola: 5’ di revisione al Var, tra dubbi di proiezioni e visualizzazioni il gol viene annullato. In assenza di certezze, il regolamento dice che si tiene la decisione del campo. E cioè il gol valido. Sassuolo-Milan, due gol annullati ai rossoneri ma per questione di millimetri in entrambi i casi sono le spalle di Chukwueze ‘oltre’ di millimetri a dare ragione alla decisione del campo. Sempre  per la 32.a, all’82’ di Inter-Cagliari, arbitro Fourneau di Roma, il tocco di braccio (largo) di Lapadula che sforna l’assist vincente per il 2-2 di Viola. Se anche questa situazione rientra nella casistica della interpretazione (l’attaccante che allarga il volume del corpo per divincolarsi da Acerbi, dicono quelli che hanno… interpretato), allora oltre ogni ragionevole dubbio il Var così come è rischia di andare in cantina. Intanto Lecce e Cagliari, guarda caso, si sono praticamente tirate fuori dalla ‘bagarre’. Dulcis in fundo, dubbio e recriminazioni anche le posticipo di lunedi Fiorentina-Genoa con un rigore prima concesso e poi tolto ai grifoni dal Var dopo la OFR che in quel caso non è richiesta e un fallo di mano in area di Haps nel finale non visto da nessuno.

Non può passare in secondo piano l’ennesima prova autorevole del Frosinone versione-salvezza, quello che mister Di Francesco ha rimodellato da qualche settimana. Bluffando anche un po’, amabilmente. Perché dopo la sconfitta casalinga con la Roma disse che avrebbe voluto giocare male e vincere. Fu un momento di comprensibile sconforto a fargli dire quelle cose. Erano i gol sprecati malamente e quelli incassati per ingenuità a farlo arrabbiare. Perché oggi il Frosinone non gioca affatto male e però è uscito dalla lunghissima fase di fermo-macchina. Muovere la classifica contro ilk Genoa, Bologna e lo scudettato Napoli in sequenza non è cosa facile se non hai valori. Ha ritrovato i gol dell’attaccante Cheddira (doppietta da bomber di razza), ha registrato la fase difensiva anche se viaggia ancora alla media pesante di 2 gol incassati di media ogni gara. Deve ritrovare i gol di Soulé che ha sfiorato i titoloni anche in Argentina se avesse fatto gol nello stadio intitolato a ‘Maradona’. Deve essere più spietato, cercare e centrare la porta a 6 giornate dalla fine è decisivo. Adesso, parafrasando l’Inno di Mameli, “dov’è la vittoria?”. Speriamo arrivi presto perché è solo con uno scatto da tre punti che quella classifica ancora pericolosa può cambiare improvvisamente in meglio. Inutile fare tabelle. Importante che escano dall’infermeria più giocatori possibile.

LE ALTRE – Il calcio ha vissuto una domenica col fiato sospeso per il problema occorso durante la gara di Udine al difensore della Roma, N’Dicka. In serata è stato dichiarato fuori pericolo. Rapidissimi gli interventi in campo dei sanitari. Partita sospesa grazie alla grande sensibilità dei due allenatori, si dovrà ripartire dal 72’ sul parziale di 1-1. Ma gli impegni europei dei giallorossi condizioneranno la scelta della data, oltre alla corsa per l’Europa e per la salvezza. La Roma rimane quinta, alle spalle del Bologna che ha infilato il secondo pareggio di fila. In casa col Monza non va oltre lo 0-0. E arriva anche la tegola dell’infortunio di Ferguson che mette fuori causa il gioiello rossoblu anche per gli Europei. Nel meccanismo gioioso di Motta potrebbe essersi inceppato qualcosa, al di là delle giustificazioni: a Frosinone a suo dire fu colpa del terreno di gioco che non sarebbe stato bagnato, sabato della presunta perdita di tempo dei brianzoli. Armi di distrazione di massa. Nell’anticipo di venerdi la Lazio ha battuto 4-1 la Salernitana, al di là della vittoria a tenere banco sono state le esternazioni post-gara di Luis Alberto che aveva pensato bene di potersi togliersi di mezzo a fine stagione con una dichiarazione. Sarà un’estate bollente per lui e non solo in casa biancazzurra.

Curiosamente, le prime 4 hanno pareggiato tutte. Oltre al Bologna, l’Inter si fa bloccare sul 2-2 dal Cagliari in casa, il Milan vede il Diavolo a Reggio Emilia col Sassuolo e solo nel finale agguanta il 3-3 dopo essere andato sotto di 2 gol per 2 volte, la Juventus spreca con Vlahovic due gol nel primo tempo e nel finale benedice quel pallone alto di Lazovic del Torino che fissa lo 0-0 nel derby. In basso scatto del Lecce che batte l’Empoli con un gol di Sansone nel recupero ma pesano sia le decisioni dell’arbitro sulla rete annullata a Cerri che l’errore della difesa sulla rete dei salentini.

Infine la Fiorentina che non va oltre l’1-1 interno con il Genoa, gol su rigore di Gudmundsson e pari di Ikone. La divisione della posta lascia le due squadre nella terra di nessuno. In serata l’Atalanta fa… il Milan alla rovescia: avanti di 2 gol, ne spreca almeno 3-4 nel primo tempo per eccesso di leziosità e il Verona si prende il pari nel giro di 4’ nella ripresa. In classifica il Frosinone resta terz’ultimo da solo. Bisogna accendere tutti i sensori, in 6 partite che mancano può succedere di tutto.