TOP E FLOP - Dionisi, il rigore è la punta dell'iceberg. Ciano toglie le castagne dal fuoco

22.10.2019 09:00 di Andrea Pontone Twitter:    vedi letture
TOP E FLOP - Dionisi, il rigore è la punta dell'iceberg. Ciano toglie le castagne dal fuoco
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it

Dopo cinquanta giorni, il Frosinone torna alla vittoria tra le mura amiche, mettendo al tappeto (per 1-0) il Livorno penultimo in classifica.

Andiamo alla scoperta dei volti positivi e negativi della gara disputatasi al 'Benito Stirpe', analizzando i "Top" "Flop" dell'incontro.

TOP:

Francesco Bardi: il mestiere del portiere non lascia scampo a nessuno, e quando la squadra è chiamata a un esame da "dentro o fuori" dinnanzi al proprio pubblico, sono gli stessi guardiani dei pali a sentire la pressione più degli altri. Lui, nonostante le premesse, resta sempre attento e lucido. Gli avversari, ben organizzati e pungenti nelle ripartenze, dalle sue parti si affacciano a tratti: Bardi (nato a Livorno, tra l'altro) risponde sempre presente, restando inerte magari anche un quarto d'ora quando la formazione ospite si difende, ma sporcandosi sempre i guantoni se necessario. Il trauma cranico è soltanto un lontano ricordo.

Camillo Ciano: nel ruolo di seconda punta si trova maggiormente a proprio agio. Il compito di trequartista proprio non gli si addice, e (tardi) a questa conclusione è arrivato anche il tecnico Nesta: pressare costantemente da interprete della terza linea, per 90', non è esattamente ciò che le sue caratteristiche fisiche gli permettono di esprimere. Ciano ha bisogno di un raggio d'azione più corto, di giocare in maniera più statica: ecco perché nel 3-5-2 si trova nel suo habitat naturale, dato che in questo modo ha le spalle più coperte. Tenta di ricevere il pallone tra le linee spalle alla porta, ma si accende con incostanza. In zona Cesarini, la rete che dà il via al revanscismo ciociaro. "Quel pallone pesava", come dargli torto.

Marco Capuano: come leader del centrosinistra potrebbe presentarsi alle prossime elezioni, poiché di questo passo - forse - si finisce per andare alle urne prima del previsto. La difesa a tre è ciò di cui l'ex Cagliari aveva bisogno: conosce perfettamente i tempi di anticipo, è conscio della modalità con cui deve seguire le punte avversarie, sa impostare con carattere e guadagnarsi un'ampia porzione di campo palla al piede. Deve affrontare un rivale come Marras, tutt'altro che un lavativo: lo contiene a dovere, concedendogli talvolta lo stop ed affrontandolo al limite della propria area di rigore. A pochi secondi dal triplice fischio, sradica dai piedi della stessa ala destra amaranto un pallone che il Livorno avrebbe potuto giocare con un cross. Un ripiego apparentemente poco significante, ma che - in verità - ha impedito agli ospiti di costruire in extremis l'azione del potenziale 1-1. Dettagli (e uomini) che fanno la differenza.

FLOP:

Federico Dionisi: fuorviante sarebbe soffermarsi sulla sventurata circostanza del calcio di rigore fallito; un tiro dal dischetto non eseguito alla perfezione, ma che si qualifica soltanto come fotografia della sua prestazione, tutt'altro che proficua per il benessere del collettivo. Si muove con molta versatilità sulla linea della trequarti campo, ma dopo aver ben eseguito pochissime note, manda a fuoco lo spartito: non serve i compagni svincolati da ogni marcatura, a volte si ritrova a correre senza una meta tangibile. Quando esce dal campo, tra i fischi (comprensibili) del suo pubblico, sussurra qualcosa ad Alessandro Nesta e si accomoda nervosamente in panchina. Un gesto dietro al quale potrebbe celarsi una venatura polemica. La sua personalità empirica, evidentemente, necessita della ricerca di nuovi orizzonti sconosciuti.